Nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore – Napoli, presentata “Magna” Mostra agroalimentare napoletana
Mostra visitabile e assaggiabile nello stesso sito religioso fino al 10 gennaio 2016 e tutti i giorni 10>19. Eventi 20>24. Prezzi € 7 intero, ridotto € 5
Già partecipe all’Expo 2015, la mostra ha preso il via a Napoli presentata nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nel Complesso Monumentale San Domenico Maggiore, dove si protrarrà fino fino al dieci gennaio del prossimo anno. Si tratta di una straordinaria mostra interattiva che affronta il tema dell’agricoltura e della gastronomia napoletana dal punto di vista storico, scientifico e sociale svelandone tutti i segreti dall’origine al piatto finito. Magna (acronimo che sta per Mostra Agroalimentare Napoletana), ideata e curata dall’architetto Marco Capasso, prodotta dall’Associazione “Guviden – I semi dell’amore”, realizzata in collaborazione con il Comune di Napoli, narra storia e carattere scientifico e sociale di una delle cucine più famose al mondo.
Un evento culturale agroalimentare per tutti. Per i bambini e ragazzi che potranno giocare con mostre interattive e per gli studenti, che troveranno le informazioni scientifiche più aggiornate, con un ampio ventaglio di approfondimenti e per gli insegnanti, che incontreranno chiavi di lettura inaspettate e intrecci di discipline e per gli appassionati di cucina, che soddisferanno la propria curiosità vedendo l’argomento sotto nuove prospettive, per i golosi che potranno assaggiare i migliori prodotti del nostro territorio e per chiunque sia curioso di conoscere la relazione che intercorre tra quel che siamo e quel che mangiamo oltre a capire l’importanza mondiale della cucina partenopea.
Una mostra da guardare ascoltare, toccare, annusare e assaggiare. Una mostra gioiosa che coniuga un elevato profilo scientifico con i piaceri del piatto. Un approccio multidisciplinare: agronomi, agricoltori, genetisti, antropologi, chimici, sociologi, cuochi di enogastronomia tutti uniti per costruire una descrizione accurata di un argomento che viene troppo spesso trattato superficialmente. Una grande didattica, con chiavi di lettura inaspettate e intrecci disciplinari; la buona cucina che si unisce al rigore scientifico grazie al coinvolgimento delle Università e dei laboratori di ricerca su tutto il territorio campano.
Parlare di cibo oggi vuol dire parlare di scienza e di piacere, di natura e di cultura, di tecnologia e di tradizioni ma parlare di cibo oggi vuole anche dire guardare lontano, fare previsioni e investimenti per riuscire a conciliare la necessità di sfamare un numero sempre crescente di persone e la tutela del pianeta che le ospita. Per parlare di cibo oggi è importante capire come l’uomo ha modificato la natura per nutrirsi, con gli alimenti e le tecniche per coltivarli, conservarli e cucinarli. È, insomma, necessario usare le conoscenze degli agronomi, degli agricoltori, dei genetisti, degli antropologi, dei chimici, dei sociologi, dei cuochi e dei gastronomi per riuscire a rendere la complessità di un argomento che viene troppo spesso trattato superficialmente.
Non è solo cibo. E’ stato, infatti, allestito un ricchissimo calendario di eventi. Dai weekend degustativi alle serate musicali. Dalle presentazioni di libri ai convegni e agli incontri culinari. Fino alle mostre personali di grandi artisti contemporanei che si occupano di “food” come Tatafiore e Dalisi.
«Il percorso multimediale di Magna – spiega l’architetto Marco Capasso, ideatore e curatore di Magna – parte dalla terra arriva alla tavola. Abbiamo cercato, infatti, di seguire i passaggi che portano le eccellenze della nostra regione dalla terra fino al piatto, alla ricerca del segreto riposto nei sapori della tradizione napoletana. Non abbiamo avuto e non abbiamo la pretesa di essere stati esaustivi, tutt’altro, riteniamo che Magna sia al momento solo un punto di partenza e uno spazio da costruire dialogando con il territorio affinché Napoli abbia il suo padiglione. Quale altra cucina, infatti, meriterebbe di stare al fianco di quelle più importanti del mondo per testimoniare come con semplici materie prime sia possibile nutrire il pianeta? La nostra idea è stata quella di costruire una casa per il genio culinario del popolo partenopeo. Non sola storia degli alimenti e scienza dei prodotti ma anche filosofia dei piatti, perché riteniamo che nella cucina di un popolo si rifletta la sua più intima essenza».
«L’Associazione con questa mostra – ha dichiarato Vincenzo de Notaris, presidente Guviden – intende ricollegarsi idealmente a uno dei temi centrali dell’EXPO 2015, gli squilibri alimentari, che vedono ancora oggi un contrasto stridente tra chi è obeso e chi muore di fame, tra una parte della popolazione mondiale che vive nell’abbondanza, sprecando risorse alimentari, e un’altra che non riesce a soddisfare neanche i propri fabbisogni alimentari di base, spesso purtroppo fino alle estreme conseguenze. L‘obiettivo finale travalica i meri aiuti alimentari fini a se stessi, proponendosi d’impiantare nelle aree svantaggiate “i semi dell’Amore”, che producono frutti duraturi nel tempo, fornendo i mezzi e le competenze per realizzare in loco alcuni prodotti tipici napoletani, fra tutti la pizza, vero emblema culinario della città».
L’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele: (al centro nella foto) dice: “Il tema dell’agricoltura, della gastronomia, della cultura alimentare napoletana, ci dice che questa esposizione è stata realizzata con tanta cura e nella splendida sede del Convento di San Domenico Maggiore. Mostra che ha tante facce di straordinario interesse, dalla più semplice “igiene alimentare”, illuminando i segreti di una cucina genuina e salutare, alla riscoperta di una cultura e di una tradizione dello stare insieme, attraverso la preparazione e la condivisione del cibo, fino alla valorizzazione di questo patrimonio di conoscenze e di tecniche come un piccolo tesoro da offrire ad altri. E penso anche ai tanti turisti, che affollano come mai, in questi mesi le nostre strade, attirati a Napoli dalla bellezza dei panorami e dalla ricchezza dei beni culturali, ma che possono trovare, oltre la pizza e i maccheroni, una ricchissima, antica e originale tradizione alimentare una ragione in più d’interesse e di curiosità. Non posso non rilevare che questa “idea felice”, inserendosi sulla traccia segnata dall’Expò, la approfondisce e la sviluppa con un segno del tutto originale e ci aiuta a conoscere, a riconoscere, i tratti unici di una cultura popolare talmente ricca e affascinante che non smetterà mai di stupirci e di donarci sapienza per l’arte di vivere».
Ripetiamo gli orari tutti i giorni dalle 10 alle 19. Eventi dalle 20 alle 24. Prezzi minimi: intero € 7; ridotto € 5. Cliccare sulle foto per ingrandire.
salvatore cuozzo