PD, gran festa per lo Tsunami elettorale che ha premiato il partito di Renzi oltre ogni ottimistica previsione. Risultato che per gli elettori del Movimento Cinque Stelle significa che agli italiani non piaccia l’onestà politica e parlamentare predicata da Beppe Grillo
Nonostante il calo di voti il movimento di Grillo resta saldamente secondo. Crolla Forza Italia al 16,6%. Tsipras e Lega Nord superano la soglia del 4%. Affluenza alle urne 57%. Grande soddisfazione e festeggiamenti nella segreteria del Partito democratico. Serracchiani: “Successo che ci investe di nuove responsabilità”. Risultati italiani in controtendenza rispetto al resto d’Europa dove hanno prevalso gli euroscettici particolarmente in Francia e Gran Bretagna. A Napoli affluenza più bassa 42,8%. Sempre a Napoli eletto Raffaele Fitto (Forza Italia) condannato a quattro anni per corruzione, illecito finanziamento ai partiti, abuso d’ufficio, ma eletto ugualmente in Europa con 275mila preferenze…
il grazie di Grillo agli elettori
Fra gli elettori più delusi quelli a Cinque stelle le cui previsioni di voto andavano ben oltre il 21%. Grillo: “Abbiamo perso ma andiamo avanti” e sul blog ha ringraziato gli oltre cinque milioni di elettori che hanno votato il Movimento. Ora si cercano le ragioni e spetterà soprattutto a Grillo, Casaleggio e ai parlamentari a Cinque stelle trovarle. Intanto un primo contributo molto arguto al riguardo l’ha dato subito Marco Travaglio vice direttore de Il Fatto Quotidiano in un’intervista sulla tv “La 7” rilasciata a Enrico Mentana.
L’INTERVISTA
Mentana La forza del Movimento Cinque Stelle, oltre che tutte le sue parole d’ordine e il modo, di essere diverso da tutti gli altri movimenti era anche quel training autogeno del “Vinciamo noi”. Se tu dici, vinciamo noi e vinci sei fortissimo, ma se dici, vinciamo noi e arrivi a diciotto punti da quello che è l’ebetino che doveva tornare a casa, allora c’è qualcosa che va seriamente rivisitato.
Travaglio Non c’è altra definizione del risultato elettorale dei Cinque stelle se non sconfitta. Sconfitta rispetto ai voti che avevano preso l’anno scorso di cui perdono circa tre punti. Sconfitta rispetto alle attese che erano quelle di arrivare addirittura primi o secondi a un’incollatura da Renzi. Quindi le chiacchiere stanno a zero. Hanno perso per alcune ragioni, intanto perché il “predatore ha migliorato la specie predata”.
Renzi senza Grillo non sarebbe diventato segretario del Pd. Senza Grillo non gli avrebbero permesso di cacciare Letta a pedate. Senza la paura di Grillo il Pd non avrebbe mai votato per l’arresto di un suo deputato come Genovese (renziano…). Senza Grillo probabilmente non ci sarebbero state le piazze del Pd.
L’anno scorso mentre Grillo era in piazza San Giovanni, Bersani era al teatro Ambra Iovinelli fra quattro amici al bar. Senza Grillo non ci sarebbe stata propaganda anti casta. Di risultati tangibili contro la Casta a parte la vendita di alcune auto blu su E bay, Renzi non ne ha ottenuti, ma ha detto molte cose, quindi in questo “stato di grazia” le sue promesse suonano credibili perché Renzi non fa parte della vecchia nomenclatura e quindi può proporre, può promettere ed essere creduto per un certo periodo. ..
L’opposizione paga molto meno che il governo in questo momento soprattutto perché il governo è durato poco. Ha funzionato molto la propaganda contro Grillo. La propaganda di quelli che dicevano a Grillo ma cosa avete fatto in Parlamento.
Questo accade perché in Itala siamo talmente immaturi da considerare l’opposizione come cosa inutile, per cui chi fa opposizione tutti i giorni e seriamente come hanno imparato a fare molti parlamentari Cinque stelle viene considerato un pelo superfluo della democrazia. Per la gente chi conta è al governo, chi non conta è all’opposizione per cui spesso ai Cinque stelle è stato rinfacciato che cosa avete fatto e quando rispondono a nessuno interessa niente.
Certi elettori sono dimentichi del fatto che nelle democrazie sono utili le maggioranze ma sono molto più utili per controllare le opposizioni. Renzi post ideologie non è né di destra né di sinistra e anche qui è la ragione del suo successo oltre al sostegno plenario della stampa italiana cosa che non era mai accaduta a nessun altro leader politico negli ultimi decenni se non a Monti.
Renzi – continua Travaglio – ha quindi goduto di una stampa veramente sdraiata ai suoi piedi. Ha un’esposizione mediatica molto positiva, molto favorevole perché è bravo quando si presenta in televisione.
Grillo ha capito tardi quanto conta la televisione per conquistare le province dell’impero, le periferie dell’impero, quelle che non stanno a smanettare su internet e con il social network e non basta un’ospitata da Vespa a Porta a Porta per rassicurare un certo pubblico.
Credo che Grillo abbia anche sbagliato le parole d’ordine della sua campagna elettorale e i toni. I toni sono molto truculenti, poi chi conosce Grillo sa benissimo che nove volte su dieci scherza, però lo scherzo è difficile farlo capire quando quella battuta finisce in un titolo di giornale.
Quindi Gillo dovrebbe uscire dall’ambiguità del suo linguaggio comico, paradossale, satirico, caricato e caricarle, dovrebbe cominciare a porsi il problema delle conseguenze di ogni frase che dice per quanto le sue intenzioni siano quelle del paradosso. E poi quando ti trovi di fronte i vecchi dinosauri, i vecchi brontosauri della partitocrazia, quando dici “mandiamoli tutti a casa” la gente è felice, ma contro Renzi questo slogan non funziona, infatti, io a gennaio quando Renzi in un’intervista al Fatto Quotidiano sfidò Gillo sul tavolo della riforma elettorale e le riforme istituzionali scrissi che Grillo avrebbe fatto molto bene a mandare i suoi Cinque stelle a vedere le Carte perché non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare.
Se nel mazzo di Renzi c’era, il bluff Grillo lo scopriva e lo screditava, se invece c’era roba seria perché dirgli di no e buttarlo nelle braccia di Berlusconi.
Lì Grillo ha perso una grande occasione quella di andare a vedere se quello di Renzi era un’offerta seria o un bluff.
Questo secondo me dovrebbe fare Cinque Stelle – conclude Travaglio – oltre a mandare in giro di più i loro ragazzi migliori e di meno i loro fondatori. Sfidare Renzi di andare a vedere se le sue carte sono bluff o poker d’assi. Questo secondo me devono fare perché hanno di fronte un interlocutore che non è più Letta, non è più il vecchio ceto politico sepolcrale e tombale che tutti volevano rottamare. Prima che la gente voglia rottamare Renzi, dovrà avere capito che Renzi è un altro bluff e questo in questo momento gli italiani non lo sentono.
di Salvatore Cuozzo