Si introduca un nuovo CCNL per gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione nel settore scolastico
Con la proposta di modifiche al codice della strada arriva una stretta sui monopattini, con obbligo di utilizzo del casco, di presenza di una polizza assicurativa e d’impiego di una targa.
La stretta dovrebbe coinvolgere anche le biciclette in un’ottica di maggiore sicurezza. Meritocrazia Italia crede che sia fondamentale che il ricorso ai nuovi strumenti di mobilità possa realmente rispondere a un piano di circolazione alternativa, di affiancamento e integrazione di quella tradizionale. Diversamente, la mobilità dolce è destinata a rappresentare soltanto una inutile fonte di pericolo. In relazione alla mobilità alternativa, Meritocrazia Italia ha in più occasioni sollecitato la realizzazione di infrastrutture ‘soft’ per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) e la micromobilità, protette dalla viabilità stradale con strumenti sicuri di antievasione delle corsie e successivamente manutenute in efficienza; maggiore impegno nel mantenimento delle misure di equilibrio del sistema della mobilità, come ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, corsie preferenziali, indispensabili ancor oggi più che mai per gestire di un traffico spesso selvaggio ed evitare la promiscuità tra corridoi; la realizzazione di ricoveri e stalli protetti con blocco antifurto e dotati di punti di ricarica, specie in prossimità di stazioni di autobus e treni. Si rivolga attenzione alle micro-infrazioni (come, ad esempio, la sosta selvaggia in molte aree urbane o il parcheggio abusivo negli stalli riservati ai cittadini diversamente abili), prevedendo la possibilità di intervenire con rimozione dei mezzi in sosta. In relazione alla patente A, Meritocrazia propone che sia automaticamente convertita da A1 ad A2 al compimento del diciottesimo anno di età e da A2 ad A decorsi due anni dal conseguimento della stessa senza la necessità di superare ulteriori esami, inutili e costosi. Utili sarebbero anche corsi gratuiti di guida sicura nelle scuole superiori, in grado di fornire ai giovani strumenti adeguati che li preparino ad affrontare la circolazione stradale con la massima consapevolezza. Stop war. Meritocrazia Italia Il Presidente Walter Mauriello.
Tornano a manifestare gli assistenti all’autonomia e comunicazione. Se ne parla poco, ma si tratta di una figura professionale importante, introdotta con la l. n. 104 del 1992 e affidata alla competenza di enti territoriali, Regioni, ex Provincie e Comuni. Oggi la presenza di assistenti all’autonomia e alla comunicazione è garantita alle scuole attraverso cooperative autorizzate, con finanziamenti annuali, sempre più carenti, emessi dagli enti locali, con lo Stato che, con periodicità non costante e regolare, contribuisce a “potenziare” tale servizio.Tra le principali lamentele, l’eccessiva precarietà di questa figura professionale così gestita. Dipendere dagli enti territoriali comporta una disparità di trattamento, perché ci sono Comuni più virtuosi in cui il servizio viene attivato e Comuni nei quali non parte affatto.Dal punto di vista professionale, la retribuzione è talora davvero irrisoria (7/8/9 euro l’ora), con contratti quasi mai rispettati, con retribuzioni a cottimo e diritti (ferie o maternità) inesistenti e non garantiti, per non riportare i ritardi nei pagamenti retributivi o la loro sospensione. Questo comporta un grave impoverimento della funzione assistenziale, e la carenza di personale che si traduce in un ulteriore aggravio di problemi per le famiglie degli alunni con disAbilità. Vanno sostenute con forza le motivazioni del d.d.l. n. 236 del 2022, con il quale si è proposta la stabilizzazione degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, mirando alla loro internalizzazione presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito. V’è, però, una carenza nel disegno di legge per come presentato, bisognerebbe garantire la regolarizzazione anche per le scuole dell’infanzia gestite dai comuni. Non convince, inoltre, data la carenza di personale, la norma transitoria che prevede quale requisito aver esercitato la professione per un periodo relativamente lungo, in quanto il passaggio a dei requisiti più stringenti comporterà di fatto un non adeguato servizio ai fruitori finali di tale professione: i disabili e le loro famiglie.Sarebbe il caso, dunque, verificare le effettive necessità numeriche e prevedere concorsi o opportunità, in caso di necessità, anche per coloro in possesso di titoli qualificanti e certificati. Meritocrazia Italia chiede un immediato intervento, affinché che tale importante figura professionale sia presto diffusa su tutto il territorio nazionale per ogni scuola, di ogni ordine e grado, e sia valorizzata con un contratto collettivo stabile ed equamente retribuito.Stop war. Roma lì, 15 Giugno 2023. Meritocrazia Italia. Il Presidente Walter Mauriello