L’uomo moderno sopraffatto dal caos delle città, sogna una città ideale

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L’uomo moderno sopraffatto dal caos delle città, sogna una città ideale
Oggi le città, metafore di un paradiso perduto, sembrano il pandemonio creato dal poeta inglese John Milton che, parafrasando pantheon (tutti gli dèi), lo utilizzò nel primo libro del “Paradiso perduto” per identificare il palazzo edificato da Satana.
Schiere di cherubini motorizzati, cacciati dall’eden, tagliano la strada e si fanno spazio sulle lamiere delle auto annichilite. L’afa e il gelo sovrastano i grattacieli di queste Bibliche Babilonie del ventunesimo secolo. Sembra uno scenario apocalittico o un racconto epico della mitologia greca. E’ invece una giornata come tante, o meglio, un giorno di ordinaria follia.

Dott. Margherita De Falco

Quanti di noi hanno guardato il caos cittadino con un senso di avvilimento e di impotenza, invocando leggi più severe, controlli più puntuali, servizi più efficienti, inveendo contro le amministrazioni, lo Stato e lo spreco del denaro pubblico. La metropoli reale in cui viviamo si scontra con la nostra idea di città ideale. Questo confine si fa sempre più impossibile da oltrepassare. Improvvisamente, un’atmosfera surreale ci avvolge e ci troviamo immersi nella “Città Ideale” che richiama l’omonimo dipinto di fine 400 della Galleria Nazionale di Urbino.

Il dipinto si materializza e così, come per incanto, l’utopia di una società perfetta, fondata sulla giustizia e sulla libertà, diventa realtà. Niene è più impossibile per noi.
Cominciamo a navigare nella nostra città ideale, e attraversiamo la Piazza della Repubblica di Platone, intitolata al progetto di Platone di una città ideale governata dai filosofi. Secondo Platone, il buon governo dipende dalla conoscenza e dalla rettitudine dell’anima.
Il filosofo è il detentore del sapere e in base a tale virtù può essere capace di governare, in quanto la politica ha bisogno di un tipo di governante che abbia raggiunto capacità di gestione dovute ad una lunga fase di autodominio. 
Sogniamo la città come noi la vorremmo, mentre gettiamo un’occhiata al computer di bordo e vediamo che, dopo la rotonda, alla seconda uscita, percorreremo via Tommaso Moro.
E’ proprio lui, l’autore del romanzo Utopia che immaginò, nel 1516, un viaggio immaginario in una fittizia isola-repubblica abitata da una società ideale. Continuiamo il viaggio attraversando le verdi colline di attuali “Città del Sole” dove il sole, appunto, distribuisce in misura uguale luce e calore a tutti.
La guida del GPS ci indica di svoltare a sinistra per via Tommaso Campanella, il frate calabrese autore della Città del Sole, capolavoro della letteratura utopistica del 1602. Il navigatore satellitare della nostra mente ci porta per metafisiche città ideali e, dal groviglio di lamiere in cui siamo imprigionati, ci libriamo nell’aria come in un sogno di felliniana memoria. I fumi si allontanano nell’etere e respiriamo finalmente aria pura.

Margherita De Falco

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