Francesco Amoruso, un moderno affabulatore

Inseguire il proprio sogno oggigiorno non è cosi semplice, ci s’imbatte in cosi tanti problemi che il tuo sogno diventa solo un pallido miraggio. Ma c’è chi ancora combatte per realizzarlo, chi nonostante le difficoltà si mette ancora in gioco. Uno di questi è certamente Francesco Amoruso, o come si definisce:”Il gallo canterino”; il quale, con motivetti orecchiabili racconta storie. Storie che si sentono spesso al giorno d’oggi, ma anche storie personali.

Ma conosciamolo meglio.

Quando hai iniziato a interessarti di musica?

Da un punto di vista ‘serio’, sono circa sei sette anni che porto avanti il mio progetto cantautorale in giro per tutta italia, tramite concorsi, eventi e buskering, però ho ricordi di me che da piccolo a una  recita scolastica cantavo con tutta la voce che avevo ‘O surdate ‘nnammurate. Quindi, la musica ce l’ho dentro da tanto tempo. La voglia di far emergere le “mie note” è nata grazie a mio zio Angelo, a cui ho dedicato il brano Prufessò.

Sei autodidatta o hai seguito studi musicali e canori, se si quali?

La chitarra sono un semi autodidatta. Ho iniziato a studiarla con Carmine D’Aniello degli ‘O Rom, poi ho preseguito da solo anche se lo studio principale l’ho dedicato alla voce. Ho studiato con Mario Paduano, direttore dei Blue Gospel Singer. Sono sempre stato un non cantante. Non ho grandi doti, ma quelle che ho cerco di adattarle alle mie idee. Attualmente studio canto con Aldo Granese, leader dei Diaspora band, con cui sto facendo un percorso più diretto anche con la canzone d’autore.

Nei tuoi testi si parla molto del sociale. Quanto ha influito il luogo in cui vivi?

Probabilmente tanto, ma forse è perché ancora non riesco a parlare d’amore come dico io. Poesia, che nel disco è la traccia numero 3 è che è l’ultimissimo singolo, è forse la canzone d’amore come la intendo io, ma potrei cambiare idea. Con Prufessò, tra l’altro, mi sono priprio messo a nudo. Poi in alcuni casi più che di ‘sociale’, potrebbe essere indagine comportamentale dell’uomo. Ad esempio Paparepare ‘e ppà: è una filastrocca goliardica per parlare di un certo tipo di uomo un po’ fessacchiotto e che si dà la zappa sui piedi.

Hai incontrato o stai incontrando difficoltà per farti strada, se si quali?

Le difficoltà sono tante, e continuo ad incontrarle, ma alla fine chissenefrega? Cioè, potrei fare polemica da qui all’eternità, sul perchè un artista indipendente ha molte molte difficoltà, ma perderei di vista il mio percorso fatto di tante belle soddisfazioni astratte e concrete. E comunque proprio per farmi strada, sto suonando proprio per strada, un qualcosa che dà energia, esperienza, e voglia di rompere le scatole. Alla fine, il mio percorso è pieno di belle cose fatte.

Nei tuoi brani prendi di mira gli amministratori, la politica e poni l’accento sulle relative inadempienze e conseguenti danni sociali. Sembra la tua principale fonte d’ispirazione. Vero?

Alla fine prendo di mira tutti, anche il sottoscritto. Anche io Paparepare e ppà e anche io a volte mi lascio trasportare dal motivetto invece che dal contenuto, anche io mi trovo ingabbiati in sistemi, e me ne accorgo sempre troppo tardi. Io non sono al di qua del dito puntato, mi metto anche io tra i fessacchiotti. Mi piace guardare, ascoltare, sentire e raccontare quello che capita intorno a me. Ecco, Racconto storie

Della politica, cosa pensi, vedi o speri?

Mah, che c’è da dire? Fino a quando si farà il bene personale, a discapito della collettività non si andrà mai da nessuna parte. La questione nazionale è un dramma ai limiti della dittatura: abbiamo avuto 2-3 premier senza elezione. L’ultimo sta distruggendo democrazia, istruzione e cultura. Che c’è da pensare?

A oggi, quale esperienza musicale ti ha maggiormente gratificato?

Ad oggi il buskering, cioè suonare per strada, conquistarti il tuo pubblico così è difficile e quando ci riesci è gratificante tantissimo.

Hai un nuovo progetto in cantiere?

Sto limando il secondo romanzo, e appena posso torno in studio per il secondo disco, ma è presto per altri progetti: bisogna prima concludere il gallo canterino tour 😀

Sei soddisfatto del numero di persone che ti seguono?

Non posso mai essere soddisfatto. Sono un artista indipendente, quindi ho bisogno sempre di farmi conoscere da più persone. Ma forse, per carattere, se pure mi seguisse tutto il mondo, punterei l’universo. Ho sempre bisogno di fare nuovi incontri, nuove canzoni, nuovi racconti, di crescere.

A chi ancora non ti ascolta quale buon motivo gli daresti per farlo?

Ma c’è sempre un motivo per ascoltare una canzone nuova. Cioè, bisogna essere curiosi, ascolta, scoprire, consigliare. E’ la curiosità che ha fatto muovere le culture, le generazioni, le invenzioni. Quindi, ascoltatemi per curiosità, giusto per capire chi è questo e cosa ha da dire. Quindi, l’unico buon motivo è Curiosità.

Attualmente per te la musica è pura passione o anche vero e proprio lavoro economicamente appagante?

Riesco ad ‘arrangiare’. Più che passione, la mia è una necessità.

Hai un sogno particolare nel “cassetto”?

Sì,  poter fare a meno di tutto il resto e potermi dedicare al 100% alla musica.


Se siete curiosi di sapere chi è Francesco Amoruso, o  semplicemente volete ascoltarlo e seguirlo, qui potrete trovare le pagine social, blog ed il canale youtube di Francesco Amoruso

Facebook: www.facebook.com/francesco.amoruso1

Blog: www.francescoamoruso.net

Youtube: www.youtube.com/user/FrancescoAmorusoTV

Di Livio Forza

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