Greenpeace, Trump: oleodotto in Dakota in spregio salute Pianeta

Greenpeace activists deploy a banner on a construction crane near the White House reading "RESIST" on President Trump's fifth day in office. The activists are calling for those who want to resist Trump's attacks on environmental, social, economic and educational justice to contribute to a better America.Greenpeace. Mentre la terra soffoca il presidente USA Trump in spregio alla salute del Pianeta, autorizza un enorme oleodotto in nord Dakota con i soldi dei risparmiatori. Tra gli “alleati di Trump e dell’industria del petrolio, in questa scellerata impresa, c’è la maggiore banca del nostro Paese: BANCA INTESA SANPAOLO. E’ inaccettabile!

A pochi giorni dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, i nostri attivisti hanno scalato una gru a Washington e appeso uno striscione enorme con scritto RESIST!
Un invito alla resistenza verso chi ha in spregio il Pianeta, i diritti dei popoli nativi, i nostri e quelli dei nostri figli. UN OLEODOTTO IN NORD DAKOTA CON I SOLDI DEI RISPARMIATORI? SCRIVI A BANCA INTESA SANPAOLO. UNISCITI A NOI

Tra i primi provvedimenti presi da Trump, vi è stato quello di autorizzare un enorme oleodotto: il Dakota Pipeline, 1900 chilometri di tubi che servono per trasportare petrolio dal Nord al Sud degli Stati Uniti.
Abbiamo sostenuto fin dall’inizio la protesta dei nativi americani Sioux che abitano la riserva di Standing Rock, in Nord America, violata dalla decisione del presidente USA e dall’industria fossile.
Per questo abbiamo chiesto ai finanziatori del progetto di ritirare il loro appoggio.
Tra gli “alleati” di Trump e dell’industria del petrolio, in questa scellerata impresa, c’è anche la maggiore banca del nostro Paese: BANCA INTESA SANPAOLO. E’ inaccettabile!

Tra le banche finanziatrici del progetto iniziale c’era anche ING che, dopo la pressione dell’opinione pubblica e le richieste dei cittadini, ha deciso di fare un passo indietro.
BANCA INTESA SANPAOLO invece, TACE ANCORA! Intesa Sanpaolo ha dichiarato di aver commissionato una verifica a un esperto indipendente: ma non ha mai reso pubblico il parere. E nel frattempo l’oleodotto è ultimato.
La costruzione del Dakota Access Pipeline da parte di Trump fa parte di una strategia che considera IL CAMBIAMENTO CLIMATICO come una balla per minare la politica energetica e industriale degli USA basata su petrolio, gas e carbone.
SULLA DIFESA DEL CLIMA, COME DEI DIRITTI, NON C’E’ TEMPO DA PERDERE: UNISCITI A NOI

Greenpeace Trump vuole l’oleodotto. Intesa Sanpaolo lo finanzia. E tu da che parte stai? Incurante delle proteste provenienti da tutto il mondo, Donald Trump ha autorizzato la costruzione di un oleodotto di 1900 chilometri che trasporterà petrolio dal Dakota fino all’Illinois. Un progetto folle, che avrà un enorme impatto ambientale e distruggerà le terre degli indiani Sioux di Standing Rock. Banca Intesa Sanpaolo è tra i finanziatori! Unisciti a noi! Difendi la terra dei Sioux dal business senza scrupoli delle banche!

openspaceTra i molti controversi provvedimenti per incentivare le fonti fossili presi di recente da Donald Trump, c’è anche il via libera definitivo alla costruzione della “Dakota pipeline”, l’oleodotto che attraversa un’area sacra per i nativi indiani Sioux .

Lungo 1900 chilometri, è progettato per portare petrolio dal Dakota fino all’Illinois. Il suo costo si aggira sui 4 miliardi di dollari, mentre la sua portata sarebbe di 450 mila barili al giorno.

L’impatto umano e ambientale di questo progetto è devastante, poiché mette a rischio le riserve idriche di una vasta zona del Nord degli Stati Uniti e attraversa, con gravi impatti, un’area sacra per i nativi indiani Sioux. I rischi sono alti: solo nel 2016 si sono registrati oltre 200 sversamenti dagli oleodotti nel territorio statunitense e il petrolio è una delle principali cause del cambiamento climatico.

I nativi americani stanno protestando da mesi per difendere le loro terre sacre, ricevendo solidarietà e sostegno da ogni parte del mondo. Ma la loro protesta è stata contrastata con metodi brutali!

La più grande Banca Italiana, Intesa Sanpaolo, fa parte del consorzio di finanziatori di questo controverso progetto. Abbiamo scritto una lettera ufficiale ad Intesa Sanpaolo per chiedere se ha intenzione di continuare a finanziare la distruzione delle terre dei Sioux e di mettere a rischio l’acqua potabile di tutta quella zona, oppure se deciderà di non impegnare i soldi dei propri clienti per un progetto tanto pericoloso e controverso.

Intesa Sanpaolo non ha ancora dato una risposta ufficiale, il tempo corre e il suo è un silenzio assordante! Unisciti a noi per chiedere a Intesa Sanpaolo di scegliere da che parte stare!

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