Il Polo Museale della Calabria al TourismA. Salone internazionale dell’archeologia Firenze – Palazzo dei Congressi
Con un aggraziato spazio espositivo e un interessante incontro il Polo Museale della Calabria ha evidenziato al Tourisma il suo rilevante patrimonio storico, artistico, monumentale e archeologico
Il Polo Museale della Calabria, guidato da Angela Acordon, è stato rappresentato, nel prestigioso Salone internazionale dell’archeologia di Firenze, da Rossella Agostino, Adele Bonofiglio e da Gregorio Aversa che hanno tracciato con un’attenta disamina le peculiarità delle strutture ricadenti nel Polo: i Parchi archeologici che raccontano la vita di centri coloniali quali
Sibari, Capo Colonna di Crotone, Scolacium, Kaulonìa, Locri; centri i cui resti conservati dall’azione del tempo o portati alla luce con le indagini di scavo costituiscono da sempre argomenti nei manuali di archeologia dalla protostoria ad età greca e poi romana.
O ancora, il Parco Archeoderi di Bova Marina che documenta significativamente anche la
presenza ebraica nel versante ionico meridionale calabrese. Il Museo “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, il Museo della Sibaritide, il Museo di Crotone, il Museo di
Scolacium, il Museo di Locri e quello
dell’antica Kaulonìa completano la narrazione dei Parchi attraverso i percorsi espositivi allestiti nelle sale che illustrano la quotidianità della vita di colonie magno-greche e municipia romani.
Li affiancano Musei archeologici più
piccoli, ma ricchi di manufatti e di storia: Amendolara, Lamezia, Gioia Tauro. E se il Museo di Mileto presenta al visitatore testimonianze di età medievale-normanna, edifici di culto quale, la Cattolica di Stilo e la Chiesa di San Francesco di Gerace sono architettonicamente e storicamente significative testimonianze per l’età bizantina e tardo-medievale. La fortezza di Le Castella a Isola Capo Rizzuto documenta la presenza del controllo costiero dall’antichità ad età moderna. Infine la Galleria Nazionale di Cosenza – sede centrale del Polo – ospita testimonianze pittoriche di vari periodi tra i quali, dipinti sei-settecenteschi di scuola napoletana e pittori, anche calabresi, che frequentavano la corte borbonica mantenendo rapporti con ambienti culturali di respiro europeo. (Cliccare sulle foto per ingrandire)