Con il tradizionale taglio del nastro è stato inaugurato l’anno accademico dell’Accademia della Moda. Il giornalista Franco Di Mare, ha subito dopo il via ad una mattinata densa di espressioni di opinioni sul come mantenere vivo e proiettare all’estero ed al futuro l’altissimo artiginato campano, che viene ancora sviluppato in tanti settori sia artistici che commerciali, e proprio per il designer della sartoria sta a continuare una tradizione che ha visto gli artigiani di questo settore storicamente primi nel mondo.
Il senso dell’accademia è che intende coniugare insieme l’arte e l’artigianato, coniugando insieme la possibilità di conservare l’Artigianato che vuol dire mantenere un livello artistico a una produzione che non è di tipo globale perchè non è seriale e non fa mai un pezzo che è uguale a un altro, però c’è necessità per la globalizzazione che l’artigianato produca tanto e bene perchè venga veicolato il più possibile in giro per il mondo. E’ un po’ come riprodurre un’opera d’arte in tanti seriali, ma ognuno dei quali ha una sua dignità, è questo che fa l’artigianato, e l’Accademia della Moda è la sintesi accademica di tutto questo, perchè coniuga la possibilità di produrre anche dai singoli ai livelli planetari.
Il primo ringraziamento è giunto, a tutti gli intervenuti, da Giuseppina Auricchio direttore dell’Accademiadela Moda che ha sottolineato i risultati sin qui raggiunti con lo sviluppo delle attività e l’apertura dei nuovi locali dove ha avuto luogo la manifestazione / convegno – dibattito, da tutto il gruppo dell’Accademia, con in primis il suo presidente Michele Lettieri. Guardare al futuro – afferma Auricchio – è l’obiettivo che impegna in questa professione tutti i suoi operatori, con il guardare oltre i confini dell’Italia e la volontà di trasmettere queste ambizioni ai giovani che devono considerare il mondo come la loro Patria sia culturale che professionale. L’Auricchio, prima di restituire il microfono a Di Mare per la presentazione dei numerosi ospiti chiamasti sul palco per un loro intervento, ha ricordato l’importanza di questo anno accademicico 2014/ 2015 che offre, ai discenti del terzo anno di designer della moda che si laureeranno quest’anno, il merito storico di essere i primi ad ottenere il diploma di primo livello riconosciuto dal Ministero. Il mondo della moda, che è il sogno e la sua capacità di realizzazione tecnicamente con la professinalità e l’arte con una serie di prospettive che aprono la mente per dare sviluppo al Made in Italy che viene fortemente richiesto anche in questi periodi di crisi, è stato l’elemento conduttore dell’intervento di Salvatore Visone presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli. C’è necessità di fare sistema fra le imprese per poter meglio affrontare il mercato estero. Il lato economico dello sviluppo imprenditoriale ha necessariamente bisogno di esere direzionato, cosa che è mancata negli ultimi anni, ed è questo il problema che ha affrontato Luigi Guadagni docente di gestione aziendale.
Per meglio esprimere i vari argomenti in scaletta e per intervallare, al tempo stesso, gli interventi è stato proiettato un filmato rappresentativo del distretto tessile napoletano che documenta le tante attività artigianali esistenti in Campania. Con la competenza, in particolare nel campo moda, dell’antropologa Marina Lebro ci si è occupati poi del movimenti interrelazionari tra il mondo della produzione e l’elemento umano per cercare di scoprire quale è l’elemento cardine che viene meno davanti all’idea che noi potremmo conquistare il posto di prestigio che ci spetta nella competizione globale.
Alfonso Paolella semiologo, si è espresso sul come la modernità si lega alla tradizione, e riferendosi ai motivi per cui non decolliamo, ha citato i 15 difetti dei napoletani analizzati dal manifesto di Ischia, dai quali occorre stare lontani.
Antonio Passa direttore dell’Accademia delle Belle Arti a Roma, con una grande passionalità per Napoli, ha ricordato il lato creativo che i campani posseggono e che una volta la creatività era la conoscenza della qualità manuale, il creare, il fare come San Leucio che è stato un grande esempio della produzione del mondo tessile grazie a Ferdinando IV di Borbone, che aveva la progettualità del fare.
Passa ha inoltre sostenuto che l’Accademia privata, quella legalmente riconosciuta e che si attiene ad una sensibilità giuridica del titolo, come questa che investe ed ha la mentalità dell’azienda per migliorare quella che è l’offerta formativa, deve offrire, allo studente che paga, un modello capace di dare la possibilità di modernità e di contemporaneità per l’invito di quello che è il risultato di preparazione. In merito a quale è il limite e quale è il vantaggio di fare arte a Napoli si è espresso Ernesto Tatafiore Maestro di fama internazionale. Tatafiore riprendendo una frase pronunciata da Di Mare che ricordava che Raffaele Viviani in una sua poesia diceva: “Stamm’a gugliun e simm’ mast”, ha voluto far riflettere che:”per essere creativi – stamm’a guaglione – è un vantaggio perchè per essere creativi dobbiamo coltivare questa nostra parte piccola, infantile che è la parte creativa, in quanto se fossimo tutti solo mast saremmo rovinati ed è questa la questione che è un limite da una parte, ma al contrario è una grande ricchezza dall’altra. Io penso di stare a guaglione per tutta la vita di fare solo un po’ il livello del masto”.
Il giornalista Edoardo Vitale direttore della rivista L’Alfiere, che da poco ha festeggiato il suo centesimo numero, ha offerto il suo contributo al convegno con la sua conoscenza storica a 360 gradi. Vitale, ha fatto rilevare che la peculiarità di Napoli è avere il popolo dentro, è l’avere conosciuto una scissione, una specie di guerra civile strisciante, come dice Federico Salvatore nella sua canzone “Se io fossi San Gennaro” quando recita “fra Posillipo e Toledo è rimasto un vecchio muro”. Discorso cultural costruttivo ripreso anche dal giornalista ed editore Pietro Golia perchè: ” quando noi eravamo grandi eravamo napoletani. Della scuola napoletana però non ne parla più nessuno eppure fra i tanti ricordi basti pensare che il padre di Mozart quando decise di portare il figlio in Europa per fargli fare carriera fra portarlo a Parigi dove c’erano quattro grandi compositori o a Napoli dove se ne contavano oltre trecento, scelse la scuola musicale napoletana che ha fatto il centro della vita musicale, culturale europea”. Il richiamo di Vitale per combattere la vecchia cultura antipopolare che regna a Napoli, e che è una ricetta per tutto, è: “un po’ di amore, amore vero che porti a capire che Napoli non è quello che ci hanno messo in testa che debba essere per forza, ma è altro, è quello che il mondo cerca venendo quì, perchè chi viene quì vuole Napoli e non una pallida macchietta o un’idea costruita a tavolino di quello che noi dovremmo essere”.
Contro un’idea di rassegazione per cambiare la cultura, proprio attraverso i giovai, è stata l’espresione dettata nel suo appassionato intervento da Michele Lettieri, presidente dell’Accademia della Moda, che ha investito in questa idea per la passione che nutre per la sua Napoli e per quel Sud che deve emergere sempre più, per riconquistare un suo predomino non solo sull’Itala del Nord ma sul mondo intero attraverso quelle potenzialità che possiede e nelle quali occorre credere. “Occorre investire su tutto – ha affermato Lettieri – non solo finanziariamente, ma anche sui giovani, sulle imprese ed altro, perchè la crisi offre l’opportunità di cambiare quello che fino ad oggi si è sbagliato, puntando sui giovani e meno giovani che devono invogliare altri ad un cambiamento culturale anche chi è al loro fianco”. Sul modo di uscire da questo pantano e offrire nuove visioni e prospettive di lavoro, come aspirano i giovani che escono dall’Accademia, sono state le indicazioni date da Luigi Guadagni che nella vita svolge il ruolo di Direttore Aziendale. Il valore della formazione accompagnata non solo dal momento d’aula ma anche da quello del collegamento con le imprese espresso da Guadagni è stato ripreso e messo il luce proprio da una giovane imprenditrice che riveste l’incarico di presidente giovani unione industriali di Napoli Susanna Moccia.
Il passato è importantissimo, ma lo è soprattutto il futuro, e quindi per Moccia occorre guardare con grande ottimismo sul come agire in futuro perchè: ”occorre essere ottimisti, ma soprattutto imprenditori di se stessi, perchè ognuno di noi ha una vocazione ed un obiettivo e dobbiamo tenere il cassetto aperto degli obiettivi, il cassetto aperto dei sogni e solo così riusciremo ad affrontare il domani, perchè abbiamo grandi potenzialità per metterci in gioco, io ne sono un esempio che a soli 33 anni ho ancora tanti obiettivi, ma già rivesto incarichi certo non semplici da assolvere sia come imprenditrice nella mia azienda, che come presidente dei giovani industriali perchè ho voluto fortemente quello che volevo, compresa la mia stupenda famiglia, marito e due figli”.
Virgilio D’Antonio presidente consiglio didattico scienze della comunicazioneUNISA, ha sintetizzato ed evidenziato che è ora relativo studiare le colpe di chi siano se ci troviamo in questo stato, conta quello che noi facciamo e vorremo fare come tante opere realizzate anche negli ultimi tempi parlando di quelle che sono riuscite a non trovare ostacoli di varia burocrazia o altro.
La positività della progettualità dell’Accademia è stato l’apprezzamento accorato rivolto, nell’intervento che ha concluso il dibattito, da parte dell’Assessore alla Cultura della Regione Campania Caterina Miraglia che ha affermato: “l’ottimismo non va dichiarato, ma vissuto, ed oggi è una giornata di testimonianza di cosa è l’ottimismo nella vita e cosa è lavorare a Napoli. Io non conoscevo Michele Lettieri, per una circostanza ci siamo incontrati, io da istituzione e lui da imprenditore, non so neppure se avessimo uno stesso comune sentire politico religioso, sicuramente etico e morale ed ho trovato in lui una persona di straordinarie qualità, determinato, non questuante, non ricattatorio, non rassegato; uno splendido ragazzo che voleva investire in questa città, in un luogo difficile dove è cresciuto di anno in anno e non mi deve niente, mentre io come istituzione gli devo molto; gli devo un grazie perchè lui rappresenta tutti quanti noi – voi vorremmo che fossero i nostri concittadini, i nostri imprenditori, i nostri ragazzi, quindi grazie Michele!”.
Grande attrazione ed interesse ha dimostrato il volume dal titolo “Modaè’15/’16”. realizzato con le – proposte di giovani designer- dell’Accademia ed offerto in omaggio, nella giornata di inaugurazione dell’anno accademico 2014/20215, agli ospiti dell’Accademia della Moda che intende aiutare i giovani a cavalcare il nostro tempo.