La diaspora dei ciprioti. E’ stata “battezzata” con un cocktail inaugurale ed enorme affluenza di pubblico nella Chiesa di San Severo al Pendino, in via Duomo, la Mostra su Cipro dal titolo “Cipro – Memoria interdetta” che tratta un tema delicato e che poteva essere considerato di nicchia: il dramma della dissoluzione dell’identità cipriota, seguita all’occupazione turca del 1974, che ha portato alla distruzione del patrimonio culturale dell’isola di Cipro. Il convegno di presentazione – moderato dal Presidente della Comunità Ellenica di Napoli e Campania Paul Kyprianou – è stato animato dagli interventi dell’Ambasciatore di Cipro in Italia Tasos Tzionis, dal Direttore del Museo Bizantino di Nicosia Ioannis Eliades, dal Presidente della Società di Studi Ciprioti Charalampos Chotzakoglous e preceduto dai saluti istituzionali del Presidente del Consiglio Comunale di Napoli Sandro Fucito. La mostra – che resterà aperta al pubblico fino a martedì 14 novembre – racconta del puntuale, sistematico e progressivo attacco alla nazione cipriota di cui si distrussero cimiteri e villaggi, si rubarono vestigia e opere d’arte, si stravolse la religione trasformando le chiese in moschee, provocando la diaspora dei ciprioti “rimpiazzati” da altri abitanti dall’Anatolia: “Senza memoria non esiste civiltà”, ha affermato l’Ambasciatore Tzionis. “Nell’autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord si vuole uccidere la memoria, uccidere la storia con l’uso della violenza. Ma il motto principale dei ciprioti che si schierano contro quel crimine è ‘Non dimentico’. E questo è il dovere delle persone civili contro chi nega la libertà”. In quest’epoca attraversata da venti di ribellione, spinte indipendentiste, migrazioni bibliche, rivendicazioni territoriali mai sopite, risuona potente il grido di chi soffre per l’abbandono o la negazione della propria terra, dei propri diritti, dell’appartenenza religiosa o politica consegnatagli dalle precedenti generazioni.
“Noi ci auguriamo la riunificazione”, ha spiegato il Presidente della Società di Studi Ciprioti Chotzakoglous, che ha poi sottolineato gli sforzi del suo ente, in collaborazione con le istituzioni cipriote e l’Interpol, per rimpatriare le opere d’arte trafugate e vendute in tutto il mondo. Il direttore del Museo Bizantino di Nicosia, Eliades, ha evidenziato un ulteriore punto di contatto nel legame millenario tra cultura ellenica e Napoli: nel Museo Nazionale partenopeo si trovano alcune opere rimpatriate, il cui ritorno è stato possibile anche grazie alle battaglie dei ciprioti per ottenere “i tasselli di un mosaico che è la nostra memoria, che è stata interdetta dopo l’occupazione turca”. Eliades ha voluto lanciare un messaggio di speranza: “A Cipro il popolo festeggia ogni piccola icona, ogni opera d’arte che torna in patria. Stiamo recuperando la memoria”.
Al termine del convegno si è svolta la commovente esibizione dell’ensemble di musica ellenica “Xenitià” formato da Simona Schettini, Roberto Trenca, Marco di Palo e Luca Cioffi.
Di Laura Caico