Chef stellati a Londra? Perché no? Dritte” per napoletani a Londra. Se vi trovate ad andare nella capitale britannica possono essere utili dei “tips” (consigli) per risparmiare su alcuni costi, per ottimizzare il vostro soggiorno a Londra e concedervi il lusso di assaggiare la cucina degli chef stellati di fama mondiale a un prezzo accettabile
Conviene cambiare i nostri euro (in Inghilterra non li accettano, a maggior ragione dopo la brexit) in Italia e vendere poi a Londra le sterline (pound’s) eventualmente rimaste prima di partire, per evitate di pagare notevoli tasse sul cambio. “Londra è una città bellissima, rilassante ma allo stesso tempo divertente, cambia di quartiere in quartiere, ed è bello osservare la moltitudine culturale che ogni giorno vive nella città come se fosse a casa propria – afferma Alessandra Amato, dinamica studentessa napoletana che ha vissuto a lungo a Londra e che suggerisce varie opzioni – aggiungendo che “ è tanto bella quanto cara, per cui vale la pena di fare alcune considerazioni e ragionare sui percorsi e la scelta delle location”: a suo avviso, infatti, cercare su booking non basta se prima non si conosce la tipologia dei quartieri, il tipo di attrazioni in offerta e le opportunità di ottenere a costi ragionevoli il top della nouvelle cuisine internazionale.
Appena sbarcati dall’aereo conviene prendere il treno interno per arrivare in qualche stazione nella zona del vostro albergo e di lì un taxi (che, altrimenti, verrebbe a costare anche 100 sterline dall’aeroporto): poi è assolutamente necessario fare in stazione la Oyster card, una carta per metro e mezzi pubblici (se si vuole andare da una estremità all’altra della città, ci si può impiegare anche 1,30h di metro), con un abbonamento settimanale poiché un solo biglietto di andata per la metro costa più di 7 pounds (praticamente quasi 10 euro, a seconda del cambio in vigore). “Poniamo il caso che voi vogliate passare l’intera giornata al British Museum, e che quindi prendiate la metro solo due volte, vi verrebbe 28 pounds quasi 40 euro – spiega la bella Alessandra Amato per evidenziare la convenienza della card – e per evitare la metro dalle 18,30 alle 20,00 (perché è sovraffollata) meglio scaricare l’app x prenotare i taxi Huber a prezzo ridotto, da addebitare sulla carta di credito”. E’ veramente facile muoversi nella capitale inglese grazie ai mezzi frequenti e puntualissimi, alle cartine sparse in giro per la città e con l’app “ City Mapper London”, da scaricare sul cellulare.
Tra i quartieri in cui lei consiglia di cercare il proprio hotel vanno considerati – fermo restando l’utilizzo della metro e dei famosi bus rossi a due piani – la Macroarea di Notting-Hill, con Paddington (che è la parte interna e meno cara, creata intorno alla Paddington Station, dove vi sono tutte le linee della metro e dove arrivano i treni dall’aeroporto) e l’area di Bayswater (più elegante e quindi un po’ più cara, poiché costeggia Hyde Park), a cavallo tra le zone più belle e centrali di Londra, a pochi passi da Kensington Garden e da cui con 15 min di autobus (che per le tempistiche di Londra, non è nulla), si arriva nella zona di Piccadilly, Green Park e Buckingham Palace.
Ci sono poi i quartieri eleganti di Belgravia a due passi da Buckingam Palace (dove in Ebury street – vicinissima alla Victoria Station – si può gustare un’ottima cucina italiana da Santini, alloggiare al Tophans hotel – molto carino e con personale gentilissimo – e assaporare le delizie della fiabesca pasticceria rosa “Peggy Porschen” gestita da due ragazze italiane), Chelsea verso il fiume Tamigi, Mayfair, Nightbridge (dove sono riunite le griffe più famose della moda e della gioielleria, soprattutto italiane e francesi) tra South Kensington e Kensigton (è la zona degli Arabi, vivono solo Arabi di un certo livello e – come dichiara Alessandra Amato, la cui competenza è preziosa per evitare sperperi e “incidenti di percorso” – “fare una passeggiata per questa strada equivale ad una lezione di antropologia accelerata, quello che ho visto in questa strada, non l’ho mai visto da nessun’altra parte: in questa zona si trovano due posti interessanti, ovvero un negozio di Tiare a South Kensington, a Fulham Road (oggi è un po’ “eccessivo” ma le Spice Girls si rifornivano solo ed esclusivamente lì all’epoca del loro successo) e Harvey Nichols, il mio negozio in assoluto preferito, abbastanza vicino ad Harrods ma molto più piccolo, con una scelta molto curata, dove al pianterreno c’è un grande assortimento Beauty e al quinto il punto ristoro “Burger & Lobster” dove si può mangiare indifferentemente una squisita aragosta o un gigantesco panino con aragosta e contorni vari, tutto a 20 sterline e dove bisogna prenotare per tempo se non si vuole fare una fila pazzesca”.
Le prenotazioni sono indispensabili a Londra e il modo migliore è andare sul sito web molto comodo http://www.opentable.co.uk/start/home
“Opentable” per assicurarsi un “business lunch” o “business dinner” , la modalità più conveniente in assoluto ma non da tutti conosciuta: tutti i ristoranti stellati più famosi degli hotel applicano questa formula (però non tutti l’applicano di sera e nel week end) per cui il pranzo – a seconda del ristorante e della fama dello chef – può costare dai 25 pounds a testa ai 45\60 al max, con dei courses già definiti che cambiano di settimana in settimana con diverse portate, cucinate dagli stessi chefs, per cui potete andare al Grill dell’hotel Savoy e assaggiare un menu con tre ottime portate a scelta cucinate dal celeberrimo Gordon Ramsey, pagando all’incirca 40 pounds a testa (invece che i classici 300 p. a testa, inevitabili nel suo ristorante “à la carte”) e pagare circa 60 pound’s da Alain Ducasse, 3 stelle Michelin, nel famoso Hotel Dorchester (dove vivevano Liz Taylor e Richard Burton quando erano nella capitale) per degustare tre favolose portate corredate di dolcini e deliziosi bonbons. All’interno di grandi alberghi tra le 18.30 e le 19 cercate sempre le Carvery per provare con meno di 20 sterline i buffet a prezzo fisso “all you can eat”: tra gli indirizzi migliori, il Tower Hotel a Santa Caterina Way, il Thistle Tower Bridge (fermata Torre di Londra), lo Strand Hotel vicino a Covent Garden, l’Hotel Cumberland a Marble Arch.
Altrettanto interessanti le sale da thè per fare l’esperienza del “the time” alle 17 con profusione di tramezzini, sfoglie salate, cupcake’s, dolcetti e scones: tra le tante, potete optare per il Savoy (consiglio di andarci nel week end), per il Waldorf Hotel sullo Strand con musica o per la sala da thè del Dorchester tutta ricoperta di tweed.
Oltre i ristoranti a Londra è possibile mangiare davvero a tutte le ore, ci sono i classici Pub inglesi che propongono “fish & Chips” o bistecche e patate, catene di pizzerie Italiane, la catena,sempre italiana, molto carina “Carluccios”, “Etna Coffee” di Gaetano Bauso a Victoria Arcade che propone squisite arancine siciliane farcite alla Norma, o con pancetta e pistacchi (il top!) o al sugo; inoltre ci sono tantissime catene di sushi dove hanno del sushi di ottima qualità a prezzi zero, come ad esempio Wasabi e Itsu. Per quel che riguarda un pranzo veloce in giro per la città ci sono vari punti “Paul”, catena francese di caffè è merende, Le pain quotidian e infiniti Pret-a manger ( oltre una trentina, disseminati ovunque) dove ogni giorno realizzano prodotti freschissimi di ottima qualità a buon prezzo e la cui filosofia – dichiarata sulle confezioni di tramezzini, zuppe orientali, insalate e panini farciti – è “non vendiamo cibo vecchio né mai lo faremo: a fine giornata regaliamo tutto ciò che avanza”, vera manna per i poveri che, verso l’ora di chiusura, affollano i vari punti vendita. Un caffè italiano accettabile (anche se lontano parente del nostro espresso napoletano) si può trovare nella catena italiana di Caffè Nero, in tantissimi punti della città. Una “chicca” per chi ama il Patanegra e vuole gustare sul posto (o portarsi take away per ameni picnic nei bellissimi parchi, tra cui Hyde park dove nel week end si possono ascoltare oratori improvvisati nella zona speaker) favolosi panini con prosciutto iberico Bellota/Gianda è “Enrique Tomas” in Wardour Street 132 tra Regent Street e Covent Garden, abbastanza vicino a Oxford Street. Personalmente sconsiglio Starbucks e pizza Hut mentre troverete tantissime piccole trattorie italiane dove il personale parla la nostra lingua e il cibo assomiglia abbastanza al nome che porta, sia che si tratti di una pastasciutta che di una pizza. Un’altra cosa familiare che i napoletani possono trovare a Londra – abbandonandone quindi la scomoda e ingiusta paternità – è la spazzatura, di cui si trovano ingenti cumuli in vari punti della capitale della “perfida Albione” di dannunziana memoria, nonchè la condizione di sporcizia di molti marciapiedi delle zone più commerciali, dove non passano certo le macchinette spazzatrici del centro elegante che impressionano positivamente i turisti..
Tra le attrazioni “ Must visit”, c’è la ruota panoramica London Eye sulla strada di Waterloo, il cambio a giorni alterni della guardia a Buckingham Palace (vi consiglio di arrivare almeno mezz’ora prima delle 11.30 perché è affollatissima e, per vedere qualcosa, cercate di collocarvi sulla scalinata di fronte all’ingresso centrale), la Torre di Londra dove sono conservati i favolosi gioielli della corona con alcuni dei diamanti più famosi al mondo tra cui il Cullinan I o Grande Stella d’Africa, la più grande delle pietre ricavata dal Cullinan, tagliata a goccia con un peso di 530,20 carati, che è il diamante più grande del mondo e dal 1908 si trova sullo scettro di Sant’Edoardo, altri otto Cullinan di diverse dimensioni e il misterioso Ko-hi-noor che pare sia un pezzo del mitico diamante Mogol), il Tower Bridge per passeggiate panoramiche, Portobello Road per il mercato del week end (dove potrete gustare vari street food tra cui appetitose crèpes salate e dolci), i Musical a tutte le ore, la passeggiata per la strada di teatri Charring Cross nelle vicinanze di China Town e Piccadilly Circus, dove verso le 18\19,00 c’è un atmosfera molto divertente; tra i magazzini, irrinunciabile la visita a Fortunm & Mason, uno dei “negozi ufficiali della regina” da cui provengono le pietanze poi cucinate nella casa reale, a Green Park (fermata di metro) a 200 m da Piccadily Circus e relativamente vicino ad una delle uscite di Buckingham Palace. In onore di Lady D – di cui si trovano ancora immagini stampate su tazze e bicchieri nei negozietti di souvenir – esiste una fontana ad Hyde Park, difficile da raggiungere, mentre nell’entrata vicino Nightsbridge di Harrod’s, a terra ci sono diverse targhette in onore della “principessa del popolo” e nel piano sotterraneo dell’edificio di Harrod’s, che occupa un intero isolato, c’è il Memorial, uno spazio dedicato, con le statue di Diana e Dodi Al Fayed e un altare con le loro foto accanto a cui farsi fotografare e un registro su cui lasciare traccia del proprio passaggio con una frase ricordo.
Di Laura Caico