Al Teatro San Ferdinando in scena fino al 20 marzo “Pigmalione” di George Bernard Shaw “traslocato” a Napoli per mano (e penna) di Manlio Santanelli con regia di Benedetto Sicca su produzione del Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale
Proseguono al Teatro San Ferdinando di Napoli le “rivisitazioni” e gli “adattamenti” di grandi testi teatrali proposti dallo Stabile per la Stagione della sala di Piazza Eduardo De Filippo. Dopo l’incursione nella “sceneggiata” di Antonio Latella di “C’è del pianto in queste lacrime”, la moderna “Filumena Marturano” firmata da Nello Mascia, lo Zeno Cosini di Svevo re-inventato da Valeria Parrella nel suo “Dalla parte di Zeno” e lo shakespeariano “Sogno” riscritto da Ruggero Cappuccio, è la volta del Pigmalione di G.B. Shaw tradotto da Manlio Santanelli, il drammaturgo autore di testi di successo come Uscita di emergenza, Regina madre, Bellavita Carolina.
Con la regia di Benedetto Sicca lo spettacolo – nuova produzione dello Stabile/Teatro Nazionale – andrà in scena in prima assoluta mercoledì 2 marzo con repliche fino a domenica 20. Ne sono interpreti Gaia Aprea (Luisa la fioraia), Giacinto Palmarini (Gaetano Diodato), Paolo Serra (Ermete Puoti), Fabio Cocifoglia (Vincenzo Maffei), Antonella Stefanucci (Giacinta Puoti e signora Verdiani), Autilia Ranieri (Elide Giliberti), Federica Sandrini (Clara e moglie del Console), Gianluca Musiu (Federico Giliberti e Console), Francesca De Nicolais (Filomena e Nepommuck). Al violino Riccardo Zamuner. Le musiche sono di Chiara Mallozzi; le scene di Maria Paola Di Francesco; i costumi di Frederick Denis e Laurence Hermant; le luci di Maria Doménech.
Scritta nel 1912 e andata in scena per la prima volta nel 1913, la commedia racconta la storia di Henry Higgins, apprensivo professore di fonetica, che scommette con l’amico colonnello Pickering di riuscire a trasformare la popolana Eliza Doolittle, fioraia, in una raffinata donna dell’alta società.
«Questa edizione di Pigmalione – scrive Benedetto Sicca nelle sue note – arricchita delle invenzioni linguistiche di Manlio Santanelli è una nuova opportunità per raccontare le avventure del dott. Higgins, che nella nostra versione si chiama Puoti, eterno figlio che pretende di farsi Padre senza assumersene le responsabilità; e di Luisa (Lisa Doolittle) che attraverso questa commedia passa dall’essere oggetto inconsapevole ed infante all’individuazione di sé come soggetto adulto. Più che una vera relazione, quella tra Luisa e Puoti, è l’accostamento tra due itinerari esistenziali paralleli e speculari: Luisa, attraverso l’esperienza di annullamento che richiede il farsi blocco di marmo da scolpire, si ritrova con in mano gli strumenti per cominciare a costruire la propria identità; e Puoti, con la complicità/amicizia/competizione del Colonnello Maffei (Pickering), cerca di plasmare la sua statua, Luisa, ad immagine e somiglianza di un modello che è tutt’uno con una certa idea di donna e di rapporto tra maschile e femminile. Shaw articola un discorso che sembra precorrere di quasi un secolo il tema della società dell’immagine e i condizionamenti che questa impone al corpo delle donne».
La durata dello spettacolo è di 2 ore e 30 minuti incluso intervallo.
Dal 2 al 20 marzo al Teatro San Ferdinando | Napoli. Piazza Eduardo De Filippo 20
Informazioni: tel. 081.5524214 | info@ teatrostabilenapoli.it | www. teatrostabilenapoli.it
Orario rappresentazioni 2, 4, 8, 11, 15 e 18 marzo ore 21:00
3, 9, 10, 16 e 17 marzo ore 17:00
5, 12 e 19 marzo ore 19:00
6, 13 e 20 marzo ore 18:00