Ipod Plays e Marotta&Cafiero, sabato 5 marzo ore 17,30, presentano nel foyer del Teatro Bellini di Napoli il libro di Enrico David Santori “Il nero e il bianco – Cinque ritratti clinici di donna in un gruppo di psicodramma”
L’evento verrà presenziato da Concetta Sorrentino, Dario Scielzo e Luigia Cimmino, psicologi e specializzandi dell’Istituto di Psicodramma a Orientamento Dinamico (IPOD) PLAYS.
Sarà presente l’autore Enrico David Santori, psicologo, psicoterapeuta, psicodrammatista e tutor dell’Istituto di Psicodramma a Orientamento Dinamico Plays. Fondamentale durante la presentazione del libro sarà l’interazione col pubblico. La presentazione inizierà alle ore 17.30.
Il nero e il bianco
Un gruppo di psicodramma in una piccola città del Sud. Cinque donne di età ed esperienze diverse. Uno psicoterapeuta che viene da fuori. È il settimo incontro e, senza concordarlo prima, tutte arrivano vestite di nero e di bianco. Come mai?
La psicoterapia è una continua ricerca di senso. Un certosino lavoro di integrazione e sintesi fra gli apporti dell’inconscio e del conscio.
Il nero e il bianco sono i riferimenti cromatici delle due istanze opposte della psiche, rappresentate dal gruppo nell’abbigliamento. E sono un riferimento implicito al qui e ora del lavoro terapeutico. Questa dicotomia è anche un dato culturale dell’ambiente, che vive sul piano di quello che Winnicott ha definito «falso Sé» e Sciascia definirebbe «la cultura dell’opportunismo e della finzione».
In un paese di falsità, lo scandalo di un gruppo di psicodramma è proprio questo: riunirsi, piuttosto che per rappresentare le apparenze, per rivelare la propria autenticità e approfondirne i torti e le ragioni, al di là dei (pre)giudizi e delle vergogne. Raccontarlo, attraverso le storie vere delle protagoniste, ribadisce e rinforza, sul piano sociale, questo assunto di base: la verità è terapeutica.
“Metti insieme due cose che insieme non sono mai state. E il mondo cambia. Sul momento è possibile che il mondo non se ne accorga, ma non ha importanza. Il mondo è cambiato lo stesso.” Julian Barnes