Ignazio Messina IdV: Casamonica, vergogna senza fine. Ora non finisca come il solito. Basta con il politico capro espiatorio
Il funerale show Casamonica, ha probabilmente rappresentato uno dei punti piú bassi raggiunti nel nostro Paese negli ultimi mesi. Una perfetta rappresentazione di quell’Italietta superficiale e ;assai modesta la cui forma mentis è ben dura da combattere e rimuovere. Un’ostentazione trash di potere e di spavalderia cialtronesca che indigna non solo per la sua scenografia da “Il Padrino” ma anche per l’incapacità mostrata dai nostri apparati istituzionali di prevenire un evento che, di fatto, ha rappresentato una sfida (indegna e indecorosa) allo Stato.
La Città eterna è stata sfregiata, a livello planetario, da un vergognoso corteo che, per le sue modalità organizzative, non sarebbe stato difficile prevedere: carrozza con i cavalli, Suv, elicottero, e mobilitazione di centinaia di persone, con cartelli inneggianti al Re di Roma (quelli veri si saranno rivoltati nella tomba). Persino l’indicibile accostamento dell’immagine del vecchio rappresentante dei Casamonica che è stato raffigurato come il Papa. Il tutto, nella completa assenza dello Stato.
In altri casi (a Napoli, per esempio), i funerali dei capi dei clan della camorra da anni vengono vietati, oppure svolti all’alba e in forma strettamente privata, sia per prevenire problemi di ordine pubblico che – e forse è questo l’elemento più importante – per affermare che lo Stato c’è e che le sue regole vanno rispettate. A Roma, invece, lo Stato in questa occasione ha semplicemente e tragicamente regredito al suo ruolo di governo dei processi sociali. In un mare magnum di scartoffie, burocrazie varie, mano destra che non sa cosa fa la sinistra, funz ionari di primo, secondo e terzo grado che giocano a scaricabarile, le responsabilità si dissimulano, i poteri si sovrappongono, le competenze si confondono, fino a svanire nel mare limaccioso dell’irresponsabilità.
E non può essere certo la “solita” risposta (rimozione di un responsabile locale dei carabinieri o di un funzionario, l’istituzione di un’ennesima task force, quasi che dietro a questa formula si nasconda una soluzione salvifica per qualsiasi problema) a dare un tardivo segnale di presenza dello Stato. La verità è che se i servizi di prevenzione non sono stati in grado di intercettare quanto sarebbe poi accaduto, allora vuol dire che il problema è più profondo: se non si é stati capaci di evitare il funerale show dei Casamonica che ha mobilitato centinaia di persone, come si potrebbe prevenire un attentato terroristico che, per sua natura, é molto più improvviso?
Perché l’Italia deve continuare ad essere il Paese in cui nessuno paga per le proprie azioni, in cui a sbagliare é sempre qualcun’altro (il più delle volte, un sottoposto), in cui a rimetterci é sempre l’agente e mai il suo responsabile che ha dato l’ordine, in cui ad essere licenziato é l’usciere e non il capo? Un Paese può dirsi pienamente civile se ognuno sente di doversi assumere le proprie responsabilità. Non solo a parole, ma con i fatti.
Noi di Idv chiediamo con forza che sulla vicenda non cali l’attenzione, che si individuino i responsabili di questo scempio scandaloso e mortificante, e che paghino. Senza, possibilmente, la solita scorciatoia del promoveatur ut amoveatur. Si dimettano tutti e restituiscano la dignità alla città, alla Nazione. L’Italia perbene, che lavora e suda tutti i gi orni, non merita affronti del genere.
Ignazio Messina
Segretario Nazionale Idv