A 14 anni di distanza dal g8 di Genova, arriva finalmente la sentenza della Corte di Strasburgo, la quale ha sancito che le azioni di pestaggio, da parte delle forze dell’ordine, verificatisi durante il blitz del 2001 nella scuola Diaz, sono atti di “tortura”
Il 21 luglio 2001, tra le ore 22 e la mezzanotte, una squadra di poliziotti, in tenuta antisommossa fa irruzione nei licei Diaz, Pertini e Pascoli. 61 furono i feriti quella notte, 3 dei quali in prognosi riservata e uno in coma. 125 i poliziotti finiti sott’inchiesta, ma ad oggi nessuno è stato condannato.
Non è la prima volta che grandi manifestazioni, come quella del g8, da semplici proteste non violente, si trasformino in teatri di sangue e disperazione.
Lupi travestiti da pecore, che con il solo coraggio che può dare un passamontagna, e l’alibi morale di “voler manifestare”, scatenano rivolte, lanciano sassi contro la polizia e distruggendo vetrine e veicoli di semplici cittadini. Tutto questo ovviamente solo per “protesta”.
Queste, le persone che gettano fango su chi ogni giorno fa valere i propri diritti di cittadino e di essere umano, ribellandosi pacificamente ai poteri forti.
“La violenza genera violenza” e con rabbia le forze dell’ordine hanno risposto, a suon di manganelli, scatenando l’inferno, colpendo senza criterio i “buoni e cattivi”; più buoni che cattivi. In questo spettacolo raccapricciante, dove l’uomo dentro la divisa non esiste più, le vittime a terra sono state tante ed alcune non manifesteranno mai più per la liberta.
Nessuna bandiera tricolore sulle loro bare, ma un posto d’onore ai loro carnefici.
Una piccola vittoria quella alla Corte di Strasburgo, che di certo non cancellerà l’orrore di quei giorni, ma si spera serva da monito all’italia e a tutte quelle nazioni che ancora oggi affogano le pacifiche manifestazioni nella violenza.
In un paese in cui si sente spesso dire “ce lo chiede l’europa”, è doveroso fare finalmente una legge che tuteli chi manifesta pacificamente, ma che allo stesso tempo punisca chi usa violenza contro persone indifese. E perché no, introdurre finalmente una legge che riconosca il reato di tortura.
di Livio Forza