“Nazareth”
Vangelo e Costituzione di Michele Del Gaudio 2ª Puntata (Tullio Pironti Editore, 2014)
Gesù cresceva negli occhi della mamma. Fin da piccolo dimostrò di avere una bella personalità: risoluto, determinato, tenace, ma anche umile, paziente, equilibrato; ascoltava i genitori che lo ascoltavano; donava il suo, ma era inflessibile con i prepotenti; anche per questo qualche volta faceva a botte, per le cause giuste, per i bambini più deboli, per il colore della sua pelle.
Peppe rese il terraneo una bomboniera: imbiancata, limpida, innocente, con mobili usati quasi nuovi e un impianto idraulico che nemmeno i re avevano così funzionante. Ma successivamente fu costretto a trasferire la famiglia altrove: Gesù aveva picchiato Ciruzzo, il figlio del boss Tore Capagrossa, che vessava i ragazzini con angherie di tutti i tipi.
– È un bullo! Ma con me non attacca! – Si difese il negretto.
– Però appartiene a quella famiglia! – Tentò di placarlo Peppe.
– Non si può permettere a un furbetto di fare il padrone della scuola! Oggi ha minacciato Manuel col coltellino e si è fatto dare l’euro per la merenda!
– E tu che hai fatto?
– Gli ho dato una paccariata (una serie di ceffoni con tutta la mano: pas, pasa, pan; cheir, cheiros)! Non sapeva se dormiva o era sveglio!
– E non gliela poteva fare Manuel la paccariata?
– Papà, ci vuole il coraggio e Manuel è troppo buono, non sa reagire!
– E allora interviene Zorro!
– Ma allora stai dalla parte di quel fetente?
– No, solo che vorrei che tutti i ragazzi avessero la personalità che hai tu. Se ogni ragazzo sapesse difendersi, i bulli non troverebbero vittime, non esisterebbero.
– Però Ciruzzo deve avere una bella lezione anche dalla scuola!
– Figlio mio, che Ciruzzo venga punito o no è secondario. Se io fossi la scuola mi concentrerei sulle vittime, non sui bulli. Cercherei di aiutarle a crescere forti dentro… da poter reagire ad ogni aggressione in maniera matura.
– E intanto Ciruzzo detta legge!
– No, a Ciruzzo… lo… insomma non lo condannerei senza appello. Lo convincerei… Non sono un insegnante, ma ci sarà qualcuno competente… per aprire le porte invece di chiuderle!
– Pa’, non ti innervosire…
– Dobbiamo andarcene, Gesù! E sperare che la gente si svegli per poter… almeno combattere… un giorno!
– Pa’, ma che fai, piangi?
– È solo una lacrima di rabbia… Ho paura che l’ecosistema, come dice la tua maestra, diventi sempre più inquinato per tutti e tre… E ho paura di non essere all’altezza… Nessuno mi ha insegnato a fare il padre… Vorrei qualcuno che… Anche noi genitori dovremmo andare a scuola!
– Va bene, traslochiamo… ma io non abbasserò mai la testa… davanti a nessuno…
Trovarono un appartamentino nelle Vele di Scampia. Mbaye lo rese ancora più accogliente del basso e lo adornò anche con sentimenti e valori: le foto significative della vita di ognuno di loro, a cui si aggiunse presto quella di Giacomo, con accanto quella benedicente del papa buono. Erano ignoranti, ma capivano, il Vangelo lo capivano. Nessun corno, nessun amuleto, nemmeno l’immagine del monaco con le stimmate! E l’articolo 3 della Costituzione italiana risaltava al centro della parete grande del soggiorno cucina cameretta. Erano quasi analfabeti, ma Mbaye alla scuola media aveva partecipato ad un corso sulla legalità: il giudice che li incontrava non faceva una lezione, ma estraeva le regole di vita e i principi della Costituzione dalle loro menti, e qualcosa le era rimasto. L’aveva colpita anche perché era un giudice che non giudicava.
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto… Erode… mandò a uccidere tutti i bambini… Morto Erode… Egli… prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma… nella Giudea… ebbe paura di andarvi… si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret (Matteo, 2:14-19 e 21-23).
Di Michele Del Gaudio