“Una terza guerra mondiale combattuta a pezzi con crimini e massacri”. Così il Santo Padre nell’omelia della messa celebrata nel Sacrario militare di Redipuglia per ricordare i cento anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale.
“Volersi sviluppare mediante la distruzione è follia – ha detto Bergoglio – Ho sentito tante storie dolorose raccontate da mio nonno che ha fatto la guerra sul Piave. Forse si può parlare di una terza guerra mondiale”.
Francesco ha fatto sue le parole pronunciate da Benedetto XV nel 1917, definendo “ogni guerra un’inutile strage”, ha poi detto che non si può rimanere passivi di fronte alle sofferenze. l’intolleranza, la cupidigia, l’ambizione al potere spingono alle guerre spesso mosse da’ideologie e quando non c’è un’ideologia, c’è Caino: ‘A me che importa?’, ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’. La guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà”. Sopra l’ingresso di questo cimitero, – ha aggiunto il Papa – aleggia il motto beffardo della guerra: ‘A me che importa?’. Tutte le persone, i cui resti riposano qui, avevano i loro progetti, i loro sogni, ma le loro vite sono state spezzate. L’umanità ha detto: ‘A me che importa?’”.
Francesco ha evidenziato, che sullo sfondo di tutti i conflitti ci sono interessi politici, avidità di denaro e di potere, l’industria delle armi. E questi signori del terrore, questi organizzatori di conflitti, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore:’Che m’importa?’. I saggi riconoscano gli errori, si pentano, chiedano perdono. Con quell’A me che importa?’ che hanno nel cuore gli affaristi della guerra, forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere”. Infine Papa Francesco: “Un’ombra quella di Caino che ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede nella storia che va dal 1914 fino ad oggi. Con cuore di figlio, di fratello, di padre. Francesco ha chiesto a tutti la conversione del cuore per passare da quell’A me che importa?’, al pianto e pregato per tutti i caduti dell’inutile strage, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo.
Prima della messa, Papa Francesco ha visitato il cimitero Austro-ungarico di Fogliano e ha pregato davanti alla lapide degli oltre 14mila caduti, per la maggior parte ignoti. In seguito, o il Pontefice ha sostato nel sacrario militare di Redipuglia, dove risposano le salme dei 100mila caduti italiani. Al termine della celebrazione Bergoglio ha consegnato a tutti gli ordinari militari e ai vescovi presenti una lampada, donata dai frati del Sacro convento di Assisi, che sarà accesa nelle rispettive diocesi durante le celebrazioni di commemorazione della Prima guerra mondiale. L’olio nella lampada, è stato offerto dall’Associazione “Libera” di don Luigi Ciotti con il quale Bergoglio ha voluto pregare.
Infine Francesco, ha voluto recitare insieme ai fedeli la preghiera per i caduti e le vittime delle guerre scritta dall’arcivescovo Santo Marcianò e chiesto che nessuna vita umana sia più distrutta dalle guerre. Ha ricordato poi gli orrori, i lutti e le devastazioni di ogni guerra, che sono sempre fratricide, e auspicato che la “pace vera” discenda sull’umanità.