Gateau con Salsiccia e friarielli
Oggi vi presento un piatto un po diverso dal solito: il gateau con salsiccia e friarielli; un po insolito per i napoletani, i quali sono abituati al classico gateau di patate. Ma prima di cominciare a cucinare, un pizzico di storia.
Nella seconda metà del 700 nelle nobili cucine napoletane si cucinava francese. A introdurre i piatti della raffinata cucina francese fu Maria Carolina d’Asburgo moglie di Ferdinando I e sorella della ancor più celebre regina Maria Antonietta. La stessa Carolina affidò il servizio di “cucina” ai “Monsieur”: cuochi francesi di alto rango.
I napoletani storpiandone la pronuncia li chiamavano monzù. Nelle case aristocratiche avere un monsieur anche se spesso non era francese, divenne sinonimo di grande prestigio. Il popolo napoletano molto presto trasformò e adattò diversi piatti della cucina d’oltralpe a quella napoletana. Sartù, gattò, babà e crocchè sono alcuni esempi di piatti diventati patrimonio gastronomico della nostra rinomata tradizione. Francia e Italia si disputano da sempre la paternità del famoso “gateau” napoletanizzato in “gattò”.
La parola gattò entrò poi anche nel vocabolario della pasticceria partenopea. Infatti, il termine gattò “mariaggio” che indicava la torta nuziale, proviene dalla più celebre espressione dei nostri cugini francesi cioè “gateau du marriage”.
Il gattò di patate, è un delizioso sformato, arricchito con prosciutto cotto, mozzarella o scamorza che diventa un eccellente piatto unico sia a pranzo sia a cena, accompagnandolo con verdura cotta o cruda.
Ingredienti
Dose per 4 persone
- 1kg e 200g di patate
- 2 uova
- Parmigiano
- Sale e Pepe q.b.
- Friarielli
- 200g di provola (o scamorza)
- 3 salsiccie
Preparazione
Lessate le patate in acqua salata, sbucciatele e passatele nello schiacciapatate . Una volta intiepidite, aggiungete due uova intere, ben sbattute con un pizzico di sale, un poco di pepe (se piace) e del parmigiano. Lasciate riposare l’impasto che deve essere sodo e asciutto. Preparate i friarielli che dopo aver pulito, farete saltare in padella con aglio e olio. Dopo la cottura spezzettateli bene.
A parte, sbriciolate le salsicce e fatele rosolare con un pochino d’olio in padella fino a quando saranno croccanti.
Prendete una pirofila a forma di ciambella imburratela e cospargetela di pangrattato. Adagiate e livellate metà composta di patate.
Aggiungete ora i friarielli spezzettati, sbriciolate le salsicce, e i tocchetti di provola. Coprite con il resto delle patate livellando bene.
Cospargete di pangrattato e fiocchetti di burro.
In forno a 180 fino a doratura.
Sfornate il gattò e lasciatelo intiepidire qualche minuto.
Capovolgetelo su un grande piatto e servitelo a fette.
Sapevate che…
Le origini della patata, per molti, sono da cercarsi tra il Cile e il Perù, dove le popolazioni della Cordigliera delle Ande la coltivavano già 4000 anni orsono.
In Europa arrivò portata dagli Spagnoli intorno al 1570, e ci mise quasi cinquanta anni per arrivare in Inghilterra e in Irlanda, dove entrò immediatamente nella dieta della povera gente.
Più refrattari furono i francesi, che inizialmente non la utilizzarono, convinti del fatto che causasse la lebbra.
Solo grazie al farmacista Parmentier, che ne sperimentò le proprietà benefiche da prigioniero dei Prussiani nella guerra dei sette anni, l’impiego si diffuse anche nella regione francese.
Alto è il contenuto di amido, unito alle proteine e alla vitamina C, che la rende un cibo ideale.
Attenzione però alla loro conservazione: se prendono luce, diventano verdi e sviluppano degli alcaloidi velenosi, nocivi per la salute.
Il consumo di patate porta notevoli benefici alla salute grazie ai contenuti di vitamina C, ferro, potassio e vitamine del gruppo B.
Questi elementi sono contenuti soprattutto nella buccia delle patate, per cui è bene cuocerle sempre con la buccia e, in caso di patate novelle, mangiarle senza sbucciarle.
Il succo crudo di patata, è efficace contro i disturbi legati all’ulcera, anche se non ne favorisce la cicatrizzazione, limitandosi a migliorare i disturbi colici. Se al succo si aggiunge un po’ di olio di oliva extravergine, diventa un ottimo emolliente per le pelli secche e screpolate.
La polpa può essere utilizzata per impacchi esterni sulla pelle, per lenire arrossamenti, geloni e scottature.
Anticamente le nonne usavano fette di patate sulle tempie per lenire il mal di testa.
Inoltre l’acqua delle patate lesse era un ottimo detergente per pulire gli argenti. Sempre tra i rimedi della nonna con qualche fettina di patata cruda, avvolta in garza, si possono fare degli impacchi da porre sugli occhi. Gli impacchi si lasceranno agire per circa venti minuti. Dopo si rinfrescherà la zona con acqua tiepida. Le proprietà decongestionanti della patata aiuteranno a sgonfiare gli occhi stanchi. Provare per credere.
Smorfia gastronomica – Le salsicce 72
di Patrizia Taglialatela