Grande folla di fedeli cristiani al Colosseo per la sconda Via Crucis con Papa Francesco. Collocati maxi schermi fino a piazza Venezia.
Nella seconda delle quattordici stazioni, la Croce medita sulla crisi economica generata da speculazioni finanziarie e corruzioni fra cui rileviamo privatizzazioni di enti e aziende pubbliche, una moneta europea mal gestita che ha dimezzato il valore del danaro e un’Europa che tutto è tranne che Comunità compiuta
Sfilano con la croce di Gesù, operai, disoccupati, immigrati, detenuti, operai, senza fissa dimora, e rappresenti della Terra Santa. Attraversano le quattordici stazioni della via Crucis, curate dal cardinale vicario Agostino Vallini. Riassunte le sofferenze dell’umanità, assieme alla speranza cristiana di vita eterna. Riflessioni scritte da Monsignor Giancarlo Bregantini e recitate da Virna Lisi e Orazio Coclite.
Prima stazione: Pilato consegna Gesù al giudizio della gente con sentenza sommaria di condanna. Monsignor Bregantini parla di coscienze capaci di non volgere mai le spalle all’innocente, che si collochi in difesa degli ultimi.
Nella seconda stazione, la croce medita sulle ingiustizie della crisi economica generata in buona parte dalla privatizzazione selvaggia di Enti e Aziende pubblche – criminalizzate strumenalmente – a vantaggio di speculatori finanziari, corrotti, corruttori adoratori del “Dio danaro”. Una pesante croce sulle spalle del mondo del lavoro che ha prodotto precarità lavorativa, disoccupazione, licenziamenti, conseguente disperazione e suicidi di imprenditori e lavoratori. Come se non bastasse l’istituzione della moneta euopea che mal gestita ha dimezzao il valore del danaro assieme a una Europa che tutt’è tranne che Comunità compiuta.
Nella terza stazione si apre all’accoglienza cristiana. Due immigrati abbracciano la croce per ricordare che Gesù apre le porte delle case a chi bussa chiedendo rifugio, dignità, cittadinanza, patria.
Quarta stazione Gesù incontra la Madre. Monsignor Bregantini: “Vi ho visto mia madre. Ho visto ogni mamma. Ho visto le mamme accanto ai letti dei figli morti per tumori prodotti da incendi di rifiuti tossici, fra cui quelli della cosiddetta Terra dei Fuochi. Nelle lacrime di Maria – aggiunge il Monsignore – ci sono strazi di ogni mamma per giovani morti in guerre, specialmente i bambini soldato. Mamme trepidanti, legge Orazio Coclite mentre la croce è retta da due giovani di una comunità di recupero, «per i giovani travolti dalla precarietà o inghiottiti dalla droga e dall’alcol, specie il sabato notte. Quinta stazione. La croce passa a due uomini senza fissa dimora, che ascoltano lacrimanti il momento in cui Simone di Cirene aiuta Gesù a portare la croce. Nella sesta stazione abbraccia la croce una famiglia con tre figli. Settima stazione croce a due detenuti.
Ottava stazione. Dramma della violenza sulle donne, dello sfruttamento, della schiavitù. Si ricorda Gesù innocente, denudato e torturato, a riconoscimento della dignità violata di tutti gli innocenti.
Undicesima stazione. Croce a due anziani. Si ricorda quanti sono inchiodati a letti di dolore, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle nostre famiglie. “La malattia non chiede permesso – aggiunge il vescovo – arriva sempre inattesa. Limita gli orizzonti, mette a dura prova la speranza, a volte sconvolge, soprattutto se siamo soli, se non c’è chi ci ascolta, che siede sul nostro letto, qualcuno che, per amore, prenda su di sé le nostre infermità.
Dodicesima Stazione, croce ai custodi di Terra Santa, quella delle sette parole di Gesù che muore in croce e con meditazione che si conclude con la frase: “In Dio, ogni frazione si compone in unità” Tredicesima stazione, croce nelle mani delle religiose. Ultima stazione affidata al cardinale Vallini. Gesù viene deposto nel sepolcro. La morte disarma – conclude l’ultima meditazione. Ci fa capire che siamo esposti a un’esistenza terrena che ha un termine. Ma è proprio davanti al corpo di Gesù deposto nel sepolcro che prendiamo coscienza che siamo creature che per non morire hanno bisogno del Creatore. Gesù: ”Io sono il Vivente e sono con voi”.
Infine Papa Francesco prende la parola. “La croce è pesante, in essa ci sono tutti i dolori, le sofferenze, i tradimenti. Una croce pesante per le persone abbandonate, come la morte delle persone care, ma è anche una croce gloriosa. Nella croce vediamo la mostruosità dell’uomo quando si fa guidare dal male, ma vediamo anche l’immensità della misericordia di Dio, che non ci tratta secondo i nostri peccati, ma secondo la sua misericordia. Di fronte alla croce di Gesù riusciamo quasi a toccare con le mani quanto siamo amati. Di fronte alla croce ci sentiamo figli non oggetti e sappiamo che il male non avrà l’ultima parola. L’ultima parola è amore, misericordia”.