Pasta e piselli

Pasta e Piselli


 

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Altro piatto molto gustoso della nostra cucina partenopea è la Pasta e Piselli. Un vero e proprio annuncio di primavera se realizzata con i piselli freschi che abbondano nel mese di aprile anche se oggi si ottiene un buon risultato con il prodotto congelato per cui è possibile preparare questa gustosa ricetta tutto l’anno.

I piselli soprattutto quelli freschi, come le fave, sono fra i legumi i più tollerati e sono consigliati per i soggetti che soffrono di colite nervosa. Sono legumi ricchi di acqua ed hanno perciò anche un discreto effetto diuretico.

Al loro interno c’e’ presenza di fosforo, calcio, potassio, e le vitamine A B e C. e acido folico che aiuta a mantenere sano il cuore ed i vasi sanguigni.

La clorofilla , presente al loro interno aiuta la formazione dei globuli rossi e apporta benefici al sistema immunitario. I piselli , inoltre,combattono il colesterolo cattivo ed hanno potere mineralizzante grazie alla notevole presenza di minerali

 

Ingredienti


  • 1kg. di piselli freschi o 500gr. di quelli surgelati
  • 150gr. di pancetta a cubetti
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Cipollina
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.
  • 400gr. di pasta (tubetti)

 

Preparazione


Fate soffriggere la cipollina tagliata finemente nell’olio insieme alla pancetta rosolando il tutto a fiamma bassa, dolcemente.
Unire i piselli in precedenza sgusciati (o i congelati direttamente senza scongelare) e coprite di acqua i legumi.
Lasciate cuocere, dopo aver aggiunto il sale, per insaporire bene la minestra.
Quando i piselli saranno cotti, aggiungere la pasta – per me rigorosamente ” i corallini ” e portare a cottura aggiungendo poca acqua per volta , solo se necessario.
A cottura ultimata aspettare uno minuto prima di servire aggiungendo un pizzico di pepe ed il parmigiano, se piace.

Sapevate che…


Durante l’occupazione americana nel difficilissimo periodo del dopoguerra, sulle tavole dei napoletani, arrivò un miscuglio alquanto misterioso ” la polvere di piselli “. Molti, si racconta, furono gli espedienti per rendere mangiabile lo strano intruglio
La fame era tanta e se il gusto lasciava a desiderare, almeno lo stomaco in parte si appagava.
Il grande drammaturgo Eduardo De Filippo ha immortalato, con la sottile ironia tutta partenopea, in pochi versi , la povera pietanza . Il risultato è…una “chicca” davvero gustosa

Ronna ‘Ntunietta mia, che purcaria….
Ve rico a Vuje me songo disturbata.
Pozza sta buono chillo c’ ha mmentata…
Che schifezza ‘e piatanza, mamma mia!…
E ll’avimmo aggarbata c’ ‘a cepolla…
cu ddoje fellucce ‘e pane abbrustulito…
Maritemo, ca magna cu appetito,
ha ditto: “Ch’aggia fa’, cu chesta colla!”
Vuje l’avita assaggiata? Salvatore,
nepotemo, ha fatto ‘na pensata:
ce l’ha vennuta tutta a nu pittore;…
‘o quale, l’ha vulluta, l’ha ‘mpastata
e ha pittato ‘a cucina ‘e nu signore…
ma dice ch’ è venuta ‘na pupata!

smorfia gastronomica – i piselli 66

di Patrizia Taglialatela

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